
Violenza di genere: perché riguarda anche le aziende
La crescente attenzione mediatica alla violenza di genere ha ampliato le aspettative verso tutti gli attori sociali, aziende comprese. Dipendenti, clienti, investitori e comunità locali chiedono ambienti di lavoro più sicuri e rispettosi. Da qui una domanda sempre più presente nelle direzioni HR e nelle leadership: perché, e con quali strumenti, un’azienda dovrebbe occuparsi di violenza di genere?
La violenza di genere non riguarda soltanto l’ambito privato o la sfera personale, come spesso si è portati a pensare. Tocca direttamente il mondo del lavoro, le dinamiche organizzative e le relazioni tra le persone.
Un’obiezione di chi pensa che le aziende non dovrebbero occuparsene potrebbe essere la convinzione che il motore di un’impresa è la sua sostenibilità economica, ed essa non dovrebbe quindi preoccuparsi di questioni che non siano legate direttamente al business. Ma senza il benessere delle persone che la compongono, quel motore rischia di andare presto in avaria.
La violenza di genere è una questione capillare: attraversa la società in tutti i suoi spazi – domestici, pubblici, culturali, digitali – e non si arresta sulla soglia dei luoghi di lavoro. Le aziende, in quanto parte integrante di questo tessuto, non ne sono esenti: ne intercettano gli effetti diretti e indiretti sul clima interno, sulle relazioni e, in ultima analisi, sull’organizzazione. Proprio per questo, ignorarla non la rende esterna all’impresa; al contrario, significa rinunciare a governarne l’impatto.
Quindi, concretamente, perché un’azienda dovrebbe occuparsi di violenza di genere?
Responsabilità sociale e ruolo delle imprese
Il primo motivo ha a che fare con il senso di responsabilità. Le aziende non sono solo luoghi di produzione o erogazione di servizi: sono attori sociali con risorse, spazi e capacità organizzative, e come tali hanno la possibilità – e quindi, si può affermare, una responsabilità – di contribuire a un cambiamento culturale.
Lo fanno già in diversi ambiti: dalla sostenibilità ambientale alla promozione della salute, dalla valorizzazione della diversità fino al sostegno alla genitorialità. Affrontare il tema della violenza di genere rientra a pieno titolo in questo quadro di responsabilità sociale.
Non si tratta, poi, soltanto di una scelta etica o valoriale. Oggi il concetto di corporate social responsibility è sempre più intrecciato con le strategie di business: investire in cultura aziendale e in pratiche di inclusione significa consolidare la reputazione, attrarre talenti e costruire fiducia con i propri stakeholder.
Persone al centro: il legame con la produttività
Il secondo aspetto riguarda il legame tra benessere delle persone e performance aziendale. Un ambiente di lavoro sicuro, rispettoso e inclusivo consente alle persone di lavorare meglio, con maggiore serenità e motivazione. Al contrario, timori, discriminazioni o episodi di violenza – fisica, psicologica o verbale – hanno un impatto diretto sulla produttività e sul clima interno.
Un tema che riguarda anche le imprese dall’interno
Non bisogna dimenticare che la violenza di genere può manifestarsi anche all’interno delle aziende stesse e non solo negli ambienti privati. Può assumere forme diverse: comportamenti discriminatori, molestie verbali, dinamiche di potere squilibrate o veri e propri abusi. In questo senso, le organizzazioni non possono considerarsi estranee al problema, ma sono chiamate a dotarsi di politiche, procedure e strumenti concreti per prevenirlo e affrontarlo.
Secondo l’ISTAT, tra il 2022 e il 2023 il 13,5% delle donne tra i 15 e i 70 anni che lavorano o hanno lavorato ha subito molestie sessuali sul lavoro nel corso dell’intera vita, con picchi che arrivano al 21,2% tra le più giovani.
Numeri che mostrano quanto il fenomeno sia diffuso e non possa essere considerato un problema marginale. Anche l’Organizzazione Internazionale del Lavoro sottolinea come violenze e molestie nei luoghi di lavoro comportino costi significativi per le imprese, legati ad assenteismo, turnover e riduzione della produttività.
Una questione collettiva
Parlare di violenza di genere significa quindi parlare di una questione sociale e collettiva, che riguarda le comunità nel loro complesso. Le imprese, come parte integrante di queste comunità, hanno l’opportunità di farsi promotrici di un cambiamento positivo.
In questo percorso, le azioni possono essere molteplici e muoversi in due direzioni:
- verso l’interno, con formazione del personale, sensibilizzazione, percorsi concreti su rispetto, consenso, linguaggio, stereotipi di genere, leadership;
- verso l’esterno, a supporto di chi lavora sul territorio come associazioni che fanno educazione, percorsi di sensibilizzazione per scuole e cittadinanza, sportelli di supporto alle donne coinvolte in casi di violenza.
Occuparsi di violenza di genere non è un atto che distoglie le aziende dal loro core business, ma al contrario un modo per tutelare il proprio capitale più prezioso: le persone. Perché senza persone – sicure, rispettate e valorizzate – non esistono le aziende.