L’AI guida la formazione. Il caso Viblio

“Non ho tempo. Non so cosa scegliere. Non mi interessa”. Sono le motivazioni più comuni per le quali le persone evitano di formarsi. Eppure, mai come in questo periodo, la crescita delle competenze dovrebbe essere una priorità per i singoli e per le organizzazioni. Il mondo del lavoro, infatti, sta attraversando trasformazioni che richiedono un’accelerazione decisa in termini di skills. È in questo contesto che nasce Viblio: la piattaforma di lifelong learning che ambisce a diventare lo “Spotify della conoscenza”.

Michele Valerio e Dayana Mejias hanno creato Viblio partendo da una consapevolezza: non siamo solo il lavoro che facciamo. Siamo molto di più: interessi, passioni, ambizioni. Valori che un percorso formativo efficace dovrebbe tenere ben presenti. «Troppo spesso la formazione risulta poco coinvolgente e per nulla attinente agli interessi del lavoratore. Viblio, invece, presenta una dashboard di contenuti formativi in linea con le competenze già acquisite dal singolo e con le sue potenzialità di crescita. Si comporta, a tutti gli effetti, come un mentore digitale, che suggerisce i contenuti più adatti a ogni ruolo professionale, valutandone le evoluzioni e i rischi potenzialmente connessi all’innovazione tecnologica» spiega Dayana Mejias.

Dayana Mejias

Dayana Mejias

Secondo un rapporto di Rakesh Kochhar per il Pew Research Center, infatti, un quinto del capitale umano è già molto esposto a una sostituzione dall’Intelligenza Artificiale. Capire come evolverà la propria professione e prepararsi a tale cambiamento in tempo è assolutamente cruciale. Per semplificare il processo, i founder hanno immaginato una sorta di “Virgilio” chiamato a guidare i lavoratori nella scelta dei contenuti formativi più adatti a loro, tra oltre 55 mila proposte (video, podcast, ricerche, testi).

«Abbiamo iniziato a lavorare all’algoritmo nel 2017 e abbiamo investito molto sulla personalizzazione con l’obiettivo di dare a tutti, non solo ai cosiddetti “talenti”, la possibilità di investire sulle proprie qualità, a partire dai loro interessi» spiega Dayana, che ha alle spalle un’esperienza ultradecennale mondo delle risorse umane e nella ricerca applicata sia al MIT che alla Scuola Superiore Sant’Anna.

Durante il primo accesso alla piattaforma, l’utente spiega qual è il proprio ruolo e indica gli argomenti di maggior interesse. Di conseguenza, l’AI identificherà una serie di dati e ideerà una playlist di contenuti formativi in stile Spotify. «In questo modo, l’intelligenza artificiale diventa davvero un’alleata della riqualificazione professionale e agli utenti non resterà che dedicarsi alla propria crescita» conclude Dayana.

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