GoodJob!, è nata la community per connettere talenti, imprese e territori

Imprenditori, ricercatori e startup hanno dato vita ieri a “Buono e ben fatto: il lavoro che serve a persone e aziende”, evento di lancio di GoodJob!. La nuova community è stata ideata da Blum per connettere talenti, imprese e territori, promuovendo l’incontro tra le competenze richieste dal mercato e quelle espresse dal sistema formativo, con un’attenzione particolare ai profili tecnologici e di alta fascia, strategici nell’ottica della digital transformation del mondo produttivo.

Negli spazi di UniCredit a Verona l’iniziativa ha raccolto gli spunti della ricerca “Ritorni e partenze: i talenti e il Nordest” realizzata da Luca Romano, direttore di Local Area Network con le sollecitazioni dei giornalisti Luca Barbieri e Silvia Pagliuca. Il confronto ha coinvolto Pietro Gerolimetto, Co-founder & CEO di Glint, realtà specializzata nella realizzazione di piattaforme per il commercio elettronico, E-commerce Business Partner OneDay, Roberta Ligossi, CEO & Founder di Ta-Daan, shop online dedicato all’artigianato artistico italiano, e Stefania Quaini, Managing Director di Angels 4 Women, la prima associazione di business angels che investono solo su startup promosse da donne.

Punti di forza e fragilità

Gli interventi hanno messo in evidenza punti di forza e fragilità del sistema economico e del mondo del lavoro a Nordest, partendo dalle reciproche esperienze personali e sfatando alcuni luoghi comuni. A cominciare da quelli secondo cui nelle startup trovano spazio solo giovani o neolaureati. Pietro Gerolimetto ha raccontato il lungo percorso per arrivare a costruire Glint, piattaforma di e-commerce che si rivolge alle piccole e medie imprese: «Sono partito facendo uno stage in banca, poi ho lavorato come dipendente junior e infine come responsabile dell’e-commerce di un’azienda. A un certo punto mi sono sentito pronto per avventurarmi su un progetto tutto mio, ma erano passati anni e avevo accumulato molta esperienza».

Situazione simile a quella vissuta da Roberta Ligossi, amministratrice delegata a co fondatrice di Ta-Daan dove, accanto a persone che desiderano crescere professionalmente trovano posto figure senior con esperienze e competenze consolidate.

Tra le fragilità, ne sono state indicate alcune di sistema già a partire dalla ricerca di Romano, tra cui la mancanza di un polo di attrazione come possono essere oggi Milano o Bologna con la via Emilia e la perdita di centri decisionali, come le multiutilituy, che hanno ridotto l’attrattività del terziario avanzato. Altre debolezze invece riguardano aspetti culturali. «Spesso ci scontriamo con la difficoltà di spiegare che l’e-commerce non è un business facile o immediato», ha spiegato Gerolimetto. «Non basta aprire una vetrina online per vedere crescere i volumi di vendite. In realtà è un business lento, che richiede tempo, investimenti e pazienza».

Per le donne, poi, le difficoltà sono ancora maggiori, ha raccontato Stefania Quaini: «Tutti, dalle imprese alle istituzioni riconoscono l’importanza e il contributo che le donne possono offrire in termini di competenze e saperi. Però poi i numeri ci dicono che l’imprenditoria femminile arriva a malapena al 2% delle startup».

Opportunità di crescita

Permangono, hanno comunque evidenziato tutti gli intervenuti, grandi opportunità per attirare talenti e per crescere dal punto di vista professionale ed economico. Ta-Daan, per esempio, ha un team internazionale con  figure provenienti da Brasile, Francia e Norvegia. «Il nostro progetto ha un respiro internazionale», ha detto Ligossi, «fattore che attira persone molto motivate che desiderano crescere velocemente». E la stessa Glint fa leva sul grande bisogno di servizi digitali delle imprese di taglia più piccola saltate completamente dalla prima ondata della digitalizzazione».

Tendenze confermate dall’esperienza diretta di Alexander Angerer, key account manager di NTS Italy, fautrice tra l’altro di iniziative negli istituti superiori per avvicinare gli studenti al mondo delle nuove tecnologie, Michele Balbi, partner – Advisory MED Region di EY e Filippo Canesso, direttore commerciale e marketing di CUOA Business School e Sergio Cremonesi di TedX Verona.

GoodJob!, come ha spiegato Luca Barbieri, co-fondatore di Blum, «ha l’ambizione di coltivare la relazione tra i tanti soggetti e gli attori del mondo del lavoro: le imprese innanzi tutto, i talenti, i centri di ricerca e i loro territori con un progetto per rispondere al labor shortage che rischia di ostacolare la crescita dell’ecosistema dell’innovazione».

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