
Recruiting, l’AI accelera la selezione: da Anthropos i 5 errori da evitare per chi si candida a un posto di lavoro oggi
Le pratiche di selezione stanno cambiando: sempre più datori di lavoro vogliono osservare come i candidati agiscono in contesti realistici, oltre il curriculum e le parole chiave. I dati lo confermano. Secondo Zety, solo il 39% dei recruiter si concentra davvero sulle competenze nella prima scrematura dei CV, mentre nella decisione finale pesano soprattutto skill tecniche (38%) e soft skill (26%). Il LinkedIn Future of Recruiting Report indica inoltre che il 77% delle aziende in crescita considera l’intelligenza artificiale uno strumento strategico per selezionare meglio e il 54% delle grandi imprese la userà anche per valutare il personale interno.
In questo scenario si inserisce Anthropos, startup italo-americana fondata nel 2024 da Stefano Bellasio (già fondatore di Cloud Academy, acquisita nel 2020) con sedi negli Stati Uniti e in Svizzera. La piattaforma introduce un modello di valutazione basato su AI Simulations: esercitazioni di 30-40 minuti che riproducono situazioni di lavoro – dalla gestione di un cliente alla risoluzione di un bug, fino alla scrittura di comunicazioni critiche – per misurare in modo diretto comportamenti, soft skill e competenze tecniche. Le simulazioni possono essere create a partire dalla job description o da materiali interni (procedure, documentazione, casi reali) e restituiscono un report dettagliato su punti di forza, aree di miglioramento e interazioni registrate. Le aziende le usano sia in fase di selezione sia per la valutazione dei team (upskilling e mobilità interna), con integrazione ai principali sistemi di Applicant Tracking System (ATS).
«Utilizzando Anthropos, le aziende riducono fino all’80% il tempo necessario per valutare un candidato, portando il processo da oltre 40 giorni a circa 10-15. Inoltre, aumentano il tasso di accuratezza nella selezione: i nostri assessments evitano che si crei bias sui candidati e permettono di avere una ulteriore conferma sulle scelte fatte o di orientarsi da subito sui candidati migliori e più motivati. Il sistema si integra con i principali ATS e permette anche la creazione di simulazioni custom da parte del team interno o con il supporto tecnico di Anthropos», aggiunge Stefano Bellasio, CEO & CO-Founder di Anthropos.
Sul mercato, Anthropos dichiara clienti attivi in Italia, tra cui Fides e By Tek (Gruppo Datrix) e negli Stati Uniti, come SMB ed Enterprise. Circa il 70% delle simulazioni è oggi utilizzato oltreoceano. La società ha raccolto capitali da Founderful, IAG, Exor (con Vento) e Zanichelli Ventures e conta un team di 12 persone tra prodotto, sviluppo e vendite. Nei prossimi mesi prevede simulazioni ancora più tecniche per l’IT e integrazioni con sistemi aziendali come CRM ed ERP, con l’obiettivo di rendere il processo di assunzione più giusto, misurabile e trasparente.
I cinque errori da non fare per chi si candida a un posto di lavoro oggi
Tra le raccomandazioni ai candidati, Anthropos segnala cinque comportamenti da evitare nell’era del recruiting supportato dall’AI, che spesso i selezionatori individuano a colpo d’occhio:
- Affidarsi a estensioni e bot per candidature di massa
Sembrano far risparmiare tempo, ma producono application generiche e difficili da verificare. Meglio selezionare pochi ruoli mirati e personalizzare davvero la candidatura, anche con il supporto dell’AI. - Elencare soft skill senza prove concrete
Empatia, comunicazione, leadership contano solo se supportate da esempi, risultati o situazioni in cui sono state dimostrate. Scriverle non basta. - Prepararsi solo alle domande di rito
Le selezioni moderne privilegiano esercitazioni e valutazioni pratiche. Occorre allenarsi a gestire scenari realistici, non solo a rispondere correttamente a voce. - Riempire il CV di parole chiave
Il “keyword stuffing” senza contesto oggi è controproducente. Meglio descrivere contributi, metriche e responsabilità che mostrino davvero le competenze. - Recitare il profilo del candidato perfetto
Forzare motivazioni o competenze non regge alla verifica pratica: incongruenze e mancanza di coerenza emergono. Autenticità e consapevolezza pagano di più.