Da mondine a imprenditrici: l’agricoltura 4.0 ha sempre più bisogno di donne 

Le donne impiegate in agricoltura sono 823 mila, secondo il più recente censimento Istat, cioè pari al 30% circa del totale delle persone occupate nel settore.

Se è vero che le donne in agricoltura sono sempre state parte attiva, è altrettanto vero che è nei ruoli apicali che la loro presenza è meno accentuata. Qualcosa sta però cambiando, all’interno delle aziende agricole infatti si sta rafforzando la partecipazione delle donne nel ruolo manageriale. Le donne a capo delle aziende sono infatti il 31,5%, erano il 30,7% nel 2010. Le donne in agricoltura stanno progressivamente, se pur lentamente, guadagnando quei ruoli di controllo e amministrazione che un tempo erano loro preclusi.

Non solo donne imprenditrici ma anche esperte delle più recenti tecnologie applicate all’agricoltura 4.0, perché l’agricoltura non è mai stata così tanto una cosa da donne. Lo sa bene xFarm Technologies la tech company che punta alla digitalizzazione del settore agroalimentare, fornendo strumenti innovativi a supporto degli agricoltori. “In xFarm Technologies la ricerca di nuove risorse è sempre attiva e ci auspichiamo di poter accogliere sempre più donne. Siamo infatti convinti che la diversità non possa che essere un valore aggiunto all’interno di ogni organizzazione”, spiega Elisa Mancini, responsabile delle risorse umane di xFarm Technologies.

La realtà, infatti, nonostante a oggi conti ancora un numero di donne inferiore a quello dei colleghi uomini,  le vede impegnate in ruoli chiave, tra cui il growth marketing, il product management e il software e web frontend development.

“Per far crescere in modo sano e lungimirante un’azienda è importante puntare sulle competenze del singolo, al di là del genere di appartenenza”, afferma Mancini.

È in aziende come questa, in cui l’agricoltura si intreccia al mondo del tech, che si mostra però il divario che esiste ancora oggi in Italia, tra uomini e donne, sul piano dell’accesso alle facoltà scientifiche. “Ci sono meno donne che decidono di affrontare studi STEM ma è una dinamica destinata a cambiare negli anni a venire. È un processo già in atto, perché il mondo della tecnologia non è affatto una cosa solo da uomini, anche se per molto tempo ci hanno convinte del contrario” conclude Mancini.

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