GenZ: per 7 giovani su 10 la salute mentale è un criterio di scelta del lavoro

Per 7 giovani su 10 la salute mentale è un criterio rilevante per scegliere il lavoro. Ad affermarlo è il 73% della GenZ e il 78% dei Millennial italiani presi in considerazione dall’ultima edizione della “Deloitte Global GenZ and Millennial Survey”, uno studio condotto su un campione di oltre 22 mila persone in 44 Paesi del mondo, di cui oltre 800 in Italia che si può scaricare a questo link.

Secondo lavoro per arrotondare

Il tema economico è centrale nelle preoccupazioni dei giovani: in linea con la media globale, il 50% della GenZ e il 47% dei Millennial vive di stipendio in stipendio e teme di non riuscire ad arrivare a fine mese. Il 37% della GenZ e il 23% dei Millennial in Italia ha almeno un secondo lavoro con cui cerca di integrare la prima fonte di reddito.

L’acquisto della casa è un miraggio: il 71% della GenZ e il 73% dei Millennial pensa che sarà impossibile comprarne una nel prossimo anno se lo scenario economico non migliora, un dato significativamente più alto della media globale. Il 71% dei Millennial e il 63% della GenZ nel nostro Paese pensa che sarà molto difficile o impossibile metter su famiglia (contro il 47% e il 50% della media globale).

Amici e famiglia contano più della carriera

In linea con i risultati globali, gli amici e la famiglia sono ciò che dà più “senso di identità”. Per il 68% della GenZ e il 71% dei Millennial italiani questi due fattori sono più importanti della carriera, che, comunque, rimane un fondamentale elemento di identità per il 49% della GenZ e per il 62% dei Millennial.

La maggioranza di GenZ (80%) e Millennial (79%) lascerebbe il proprio lavoro se costretta a tornare in ufficio a tempo pieno. Interrogati sulla modalità lavorativa ideale, la soluzione più desiderata (27% Millennial e 24% GenZ) è la piena flessibilità, ovvero la possibilità di stabilire in autonomia se lavorare da casa o da remoto.

Full remote per uno su 10

Tra gli intervistati oggi il 12% dei Millennial e il 13% della GenZ lavora completamente da remoto, il 19% dei Millennial e 21% della GenZ ha piena libertà di decidere dove lavorare, il 18% dei Millennial e il 23% della GenZ lavora sia da remoto che in ufficio secondo regole fissate dal datore di lavoro, il 10% dei Millennial e il 12 della GenZ è tornato in ufficio anche se potrebbe svolgere la propria mansione da remoto, il 41% dei Millennial e il 30% della GenZ svolge un lavoro che richiede la presenza fisica.

Stress e capacità di disconnessione

I GenZ e i Millennial italiani danno grande valore al tempo extra-lavorativo e hanno meno “problemi di disconnessione” rispetto ad altre generazioni. Più di un terzo controlla raramente o non controlla mai le e-mail al di fuori dell’orario di lavoro.

Al desiderio di disconnessione dei giovani si accompagna la attenzione sempre più forte verso il tema della salute mentale: in Italia la GenZ risulta meno “stressata e in ansia” della media globale (44% ita vs 46% global), mentre i Millennial si dichiarano più ansiosi e stressati della media globale (42% ita vs 39% global).

Voglia di settimana corta

A pesare sullo stato di salute mentale sono soprattutto le preoccupazioni sul proprio futuro economico e sul benessere della propria famiglia: ne sono preoccupati il 45% della GenZ e il 47% dei Millennial nel primo caso, il 38% della GenZ e 41% dei Millennial in Italia nel secondo. Per garantire un migliore work-life balance il 38% dei Millennial e 39% della GenZ vorrebbe la settimana lavorativa da 4 giorni mentre il 32% dei Millennial e il 28% della GenZ insiste sull’importanza di garantire la possibilità di lavorare da remoto. In generale, il 73% della GenZ e il 78% dei Millennial in Italia dichiara che il tema della salute mentale è rilevante quando prende in considerazione un nuovo datore di lavoro.

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