L’Emilia-Romagna anticipa le competenze del futuro con la Skills Intelligence

Partire dai dati per costruire politiche per l’attrazione e la formazione dei talenti. È ciò che sta facendo l’Emilia-Romagna, che ha sviluppato – unico in Italia e tra i primi in Europa – un sistema di Skills Intelligence per anticipare i fabbisogni di competenze, orientare le politiche di formazione e favorire una crescita economica fondata sulle persone, le loro capacità e le necessità reali del territorio.

L’iniziativa, realizzata con il supporto del Fondo Sociale Europeo+ 2021-2027 e la collaborazione dell’Agenzia regionale per il Lavoro, di Unioncamere Emilia-Romagna, di tutte le associazioni Clust-ER, dell’associazione Big Data e del MUNER, nasce in ambito europeo. Già nel 2020, infatti, a livello comunitario si iniziava a parlare di nuovi approcci all’analisi dei fabbisogni occupazionali che operassero attraverso big data e machine learning, per superare i metodi tradizionali basati su questionari e interviste alle imprese, troppo lenti in un mercato del lavoro in costante evoluzione. Organizzazioni come l’European Training Foundation avevano avviato sperimentazioni che utilizzavano l’analisi automatizzata degli annunci di lavoro online per leggere in tempo reale le richieste di competenze. L’Emilia-Romagna ha scelto di fare altrettanto a livello regionale.

«Il nostro modello si fonda su tre fonti principali – spiega Lara Porciatti, senior Project Manager dell’Unità Competenze e Territori per l’Innovazione di ART-ER, la società consortile della Regione che gestisce il progetto -: l’indagine Excelsior, che raccoglie le previsioni di assunzione delle imprese e le difficoltà di reperimento; i dati delle assunzioni raccolti dalle agenzie regionali per il lavoro; e l’analisi automatizzata delle competenze richieste negli annunci di lavoro online pubblicati in Emilia-Romagna». Il risultato è una dashboard interattiva, pubblica e costantemente aggiornata, che permette di osservare le richieste di competenze nei settori strategici della regione: dal meccatronico al motoristico, dall’agroalimentare alle industrie culturali e creative, dal turismo alla logistica.

Il sistema si inserisce nel quadro della Smart Specialization Strategy dell’Emilia-Romagna e si propone come strumento operativo a supporto di università, ITS, enti di formazione e policy maker, aiutandoli a progettare percorsi coerenti con i reali fabbisogni del territorio. «Ma la Skills Intelligence non è solo uno strumento tecnologico, è anche un processo di confronto e coinvolgimento del territorio» – chiarisce Porciatti. Due volte all’anno, ART-ER organizza dei focus group multistakeholder che vedono la partecipazione di imprese, università, enti di ricerca, camere di commercio, associazioni di categoria e servizi per il lavoro. In questi incontri i dati vengono presentati, discussi e integrati con l’analisi qualitativa, per cogliere in profondità le dinamiche dei diversi settori e restituire alle comunità locali una fotografia utile e condivisa dei trend occupazionali. A tutto questo si aggiunge un’attività di disseminazione per diffondere la conoscenza dello strumento.

Lo scopo è duplice: da un lato fornire un supporto concreto a chi si occupa di orientamento e formazione, per indirizzare studenti e lavoratori verso le aree a maggiore richiesta, dall’altro supportare le politiche pubbliche per l’attrazione e la permanenza dei talenti, offrendo dati aggiornati e affidabili su cui basare le decisioni. Non a caso, il sistema Skills Intelligence Emilia-Romagna è stato sviluppato in attuazione dell’articolo 7 della Legge regionale 2/2023 per l’attrazione, la permanenza e la valorizzazione dei talenti ad alta specializzazione in Emilia-Romagna ed è uno degli obiettivi del Manifesto regionale per l’attrazione dei talenti. Inoltre, Skills Intelligence contribuisce anche alle pubblicazioni dell’Osservatorio dei Talenti della Regione, con report dedicati alle alte competenze necessarie in Emilia-Romagna, il prossimo dei quali è previsto per settembre 2025.

Il progetto si apre anche alle collaborazioni esterne. L’esperienza emiliano-romagnola ha attirato l’interesse di altre regioni italiane, come la Puglia, che ha avviato un percorso per la costruzione di un proprio osservatorio grazie a un supporto tecnico offerto da ART-ER.

«In futuro, vorremmo integrare ancora di più i dati nel sistema. Oggi il focus principale è sulla domanda di competenze, ma l’obiettivo è aggiungere anche l’offerta: quanti corsi su intelligenza artificiale, ad esempio, vengono attivati nella regione? Quanti studenti si formano su queste competenze? Queste skill emergono realmente nei CV dei candidati? Sono alcune delle domande a cui vorremo rispondere e un lavoro di data mining potrà offrire una fotografia più precisa dei gap e delle opportunità presenti sul territorio» – assicura l’esperta.

C’è infine un altro fronte di sviluppo: l’analisi dei fabbisogni di competenze nella Pubblica Amministrazione, un segmento fondamentale per l’efficienza dei servizi pubblici e per il successo delle transizioni digitale e verde, che richiedono nuove skill anche nei ruoli pubblici.

Skills Intelligence Emilia-Romagna si configura, quindi, come un laboratorio avanzato di politiche per il lavoro, in grado di coniugare dati e ascolto del territorio, tecnologie avanzate e strategie di sviluppo, con l’obiettivo di costruire un ecosistema regionale capace di attrarre e far crescere i talenti, con un impatto concreto su competitività, innovazione e coesione sociale.

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