Amore Odio, una chiave di lettura del Big Quit

L’ambiente esterno e la qualità della vita delle persone sono fondamentali per influenzarne la crescita e il percorso professionale. Questi i pilastri su cui opera di Cometa, associazione che si occupa di giovani e famiglie tramite l’accoglienza, la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro. Partendo da questi valori è nato Amore Odio, il film ideato da Epik per raccontare la filosofia che da trent’anni anima Erasmo e Innocente Figini, fondatori di Cometa insieme alla sorella Mariagrazia, e che accompagna migliaia di ragazzi e ragazze tra formazione e attività ricreative. Il messaggio centrale: “Quello che accade fuori ci cambia dentro”.

Un messaggio particolarmente attuale anche in ambito professionale e aziendale. In questi anni la consapevolezza dei lavoratori, più o meno qualificati, è aumentata al punto da ribaltare i rapporti di forza tra datori e prestatori, con i primi costretti ormai da anni a inseguire i secondi e a ingegnarsi per rendere più attrattive le proprie aziende.

In Italia le dimissioni volontarie, pur in aumento costante da circa dieci anni, hanno subito un’impennata nel biennio 2019 – 2021. Secondo i dati del governo nel 2021 sono stati oltre 2 milioni i lavoratori e le lavoratrici che hanno presentato le proprie dimissioni dal posto di lavoro con un aumento record del 30 per cento sull’anno precedente. Attenzione, dicono gli esperti, non si tratta di persone che smettono di lavorare. Al contrario, nella maggior parte dei casi, sono donne e uomini nel pieno della maturazione professionale che cercano – e trovano – un impiego migliore, concretizzando così la teoria di Pietro Ichino secondo il quale i lavoratori hanno le competenze e la forza contrattuale per selezionare il datore di lavoro più congeniale alle loro esigenze.

Le ragioni alla base della ‘Great Resignation’, ‘Big Quit’ o qualsiasi etichetta si voglia affibbiare a questo fenomeno, sono soprattutto condizioni di lavoro ritenute non più soddisfacenti dai lavoratori come scarse possibilità di bilanciamento con la vita familiare, stipendi troppo bassi, mancato allineamento tra i valori aziendali e quelli delle giovani generazioni. E qui torniamo a Cometa e al cortometraggio che vi proponiamo sotto.

L’acqua come metafora

Creato da Epik e prodotto da Indiana Production, il corto si è ispirato alla metafora di amore e odio collegata agli studi effettuati tra gli anni ’80 e ’90 dal ricercatore giapponese Masaru Emoto. La sua teoria sulla “memoria dell’acqua” lo portò a fotografare i cristalli che la compongono, alterati secondo Emoto nella loro struttura se sottoposti a stimoli esterni, come azioni individuali o collettive, ma anche musica. Un concetto forte, visto che l’organismo umano è composto in gran parte di acqua, tradotto in chiave creativa per raccontare la mission di Cometa, ma facilmente estendibile ad ogni contesto dove le relazioni tra persone sono predominanti, in primis famiglia e luogo di lavoro, ovvero dove passiamo la maggior parte del nostro tempo.

“Con questo film abbiamo voluto rompere gli schemi e andare in modo più diretto e immediato a ciò che desidera il cuore dell’uomo”, spiega Erasmo Figini, fondatore di Cometa. “Quando ho saputo di questo esperimento ho pensato a che impatto hanno le nostre azioni sulle persone. Puntare sul talento dei singoli e sull’unicità della persona, educare e formare questa unicità possono solo migliorare il mondo del lavoro e contribuire a un’economia più fiorente”.

Per presentare il percorso dell’associazione e proiettare Amore Odio è stata organizzata una serata di beneficienza lo scorso novembre in Borsa Italiana cui sono intervenuti gli Amici di Cometa provenienti dagli ambiti più diversi: finanza, economia, moda e intrattenimento. I due barattoli riempiti di riso e acqua, al centro dello studio giapponese e protagonisti del film, l’uno cristallino con la scritta ‘amore’, l’altro ammuffito con l’etichetta ‘odio’, a indicare le differenti reazioni a situazioni di gentilezza o di stress, sono stati battuti all’asta e consegnati nelle teche create dalla Bottega del legno di Cometa.

Racconta Nicola Lampugnani, partner di Epik: “I pilastri fondanti di Cometa ovvero l’importanza dell’ambiente esterno in cui si vive, della bellezza e della formazione che si riceve, oltre alla qualità delle attività che si svolgono, sono concetti che, dalla Pandemia in poi, valgono per ogni contesto sociale e lavorativo. Di qui il richiamo a un concetto come ‘Quello che accade fuori ci cambia dentro’, in grado di produrre un effetto domino sulle realtà legate a Cometa”.

Il cortometraggio da guardare

 

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