Content marketing in pillole: costruire fiducia con i contenuti di Thought Leadership

Con l’espressione “Thought Leadership” si intendono quei contenuti che forniscono informazioni di valore, competenze utili e perfino formazione su temi specifici che stanno a cuore ai clienti e in cui l’organizzazione ha maturato un know-how verticale oltre che una consolidata esperienza sul campo.

Rappresentano un fattore strategico per costruire credibilità e posizionarsi come un “trusted advisor” ovvero come un consulente di fiducia in merito a determinate tematiche. Come tutti gli altri tipi di contenuto, anche quelli di “Thought Leadership” si pongono nell’intersezione tra universo di marca e interessi del target: oltre ad essere in linea con gli ambiti in cui l’organizzazione ha maturato maggiore conoscenza, è fondamentale che siano utili e rilevanti per chi ne fruisce.

A questo proposito, è essenziale imparare a conoscere che cosa si aspettano i clienti e predisporre dei contenuti che sappiano rispondere in modo immediato ai loro bisogni, fornendo indicazioni e spunti chiari e significativi.

Ecco alcuni consigli pratici per implementare una strategia efficace di “Thought Leadership”.

1. Diversi approcci

In base agli obiettivi e ai pubblici di riferimento, è possibile optare tra diversi approcci:

  • newsroom: consiste nel fornire tempestivamente aggiornamenti, commenti e punti di vista su eventi o trend relativi al settore di competenza;
  • science lab: implica condividere approfondimenti su argomenti specifici basati su dati emersi da proprie ricerche e/o sperimentazioni;
  • academy: comporta erogare della formazione sui temi di pertinenza, con possibile monetizzazione, ad esempio concedendo in licenza i contenuti a piattaforme di training online, oppure richiedendo ai clienti la contribuzione di una fee.

2. Tecniche di progettazione dei contenuti

I confini tra settori sono sempre più sfumati e la contaminazione tra ambiti diversi è una prassi piuttosto comune: l’ambito della “Thought Leadership” non fa eccezione. È possibile infatti mutuare diverse tecniche dal cosiddetto “Instructional Design”, quella disciplina incentrata sulla progettazione di contenuti didattici (spesso online) nel modo più chiaro, accattivante e gradevole possibile, come:

  • la ripetizione (almeno 3 volte) per rafforzare un concetto chiave, senza rinunciare alla variazione nella scelta delle parole;
  • l’interattività per coinvolgere attivamente gli utenti nella formazione, ponendo ad esempio delle domande o richiedendo la compilazione di un quiz;
  • il feedback per fornire riscontro rispetto agli avanzamenti, ad esempio tramite le congratulazioni per il completamento di un modulo o l’offerta di consigli personalizzati per proseguire nel percorso formativo.

3. Varietà di formati

La varietà e la combinazione di formati differenti anche nel campo della “Thought Leadership” risultano una carta vincente per ingaggiare gli utenti. La scelta dipende dall’obiettivo, dal pubblico di riferimento e dal tipo di contenuto.  Alcuni esempi di possibili formati sono:

  • il magazine, che offre tanti spazi per approfondire un tema, alternando testi ad elementi visuali;
  • il podcast, perfetto per chi è in movimento e adatto per esplorare in profondità un argomento (ad esempio tramite un’intervista o un dibattito);
  • i training format, come quiz e video, capaci di coinvolgere l’utente e di essere memorabili.

Onyi Anyado, Global Leadership Speaker e Business Coach, pone ai leader un interrogativo cruciale: “La creatività è la nuova moneta, quindi avete il merito di portare pensieri innovativi o siete sovraccarichi di vecchi pensieri?”.

Leggi la prima puntata di “Content marketing in pillole”: creare storie persuasive in 3 mosse

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