Realcable, lo short Friday piace ai giovani. Ma tra gli imprenditori c'è freddezza

Lo short Friday sta aiutando Realcable a rendersi più attraente agli occhi dei giovani. «Noto il loro interesse nei colloqui che sto tenendo» racconta Barbara Sgambaro, amministratrice unica di quest’azienda familiare di Pordenone che produce cablaggi e quadri elettrici, con circa 80 dipendenti ed è parte di un gruppo che ne conta in tutto 200. «Sembrano molto interessati di sperimentare il nuovo orario».

Ma l’idea non piace solo ai giovani. Un successo quasi unanime lo ha raccolto anche tra i dipendenti senior, al referendum interno che Sgambaro ha organizzato alla fine di ottobre 2022. La domanda era semplice: volete lavorare un’ora in più dal lunedì al giovedì e avere mezza giornata libera il venerdì?

Un clima migliore

Da quel primo “via libera” ha preso avvio una sperimentazione di due mesi al termine dei quali, poco prima di Natale, l’imprenditrice ha tratto un bilancio. L’orario di ingresso è stato anticipato alle 7 ogni giorno, anticipando così al venerdì l’uscita alle 11 di mattina. «In quei primi due mesi la produttività non è scesa, il clima aziendale è migliorato e le persone in azienda sono più rilassate perché sanno di poter usufruire di più tempo per loro stesse» spiega l’imprenditrice friulana.

La decisione è frutto di un’intesa tra azienda e dipendenti, non formalizzata da un accordo sindacale, che rende Realcable una delle prime imprese in Italia a mettere in atto un’organizzazione degli orari di lavoro che permetta la cosiddetta settimana corta. Nel nostro paese, a dire il vero, non ha ancora attecchito una vera riduzione delle ore lavorate come avvenuto invece nelle esperienze più avanzate, per esempio nel Regno Unito.

«Ridurre l’orario? Non l’ho preso in considerazione, ma non lo escludo – afferma Barbara Sgambaro –. Sarebbe un problema anche contrattuale, dal momento che i contratti nazionali contemplano 40 ore settimanali».

Il silenzio dei colleghi

La questione è certo economica, ma anche culturale, e in Italia su questi temi si fatica a innovare. L’imprenditrice friulana è stata ispirata dalla lettura di articoli su esperienze mirate al miglioramento della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro all’estero: in Giappone, ma anche in Germania e nel Regno Unito. Quando la notizia è uscita sulla stampa locale, nei mesi scorsi, si sarebbe aspettata una reazione positiva da parte dei suoi colleghi imprenditori.

«In realtà in pochi si sono fatti vivi per congratularsi – commenta Sgambaro –. Mi sarei aspettata un segnala da parte di Confindustria, a cui siamo associati. Invece, salvo un paio di amici, c’è stato solo il silenzio. Purtroppo da noi si questi temi si fa ancora molta fatica. Tanti imprenditori sono preoccupati da un possibile calo della produttività. Mi auguro che cambi». Anche perché la produttività, in Realcable, non è stata intaccata dalla nuova settimana corta.

Nella foto: Barbara Sgambaro

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